
Gioco d'azzardo
Questo articolo é una riflessione personale sul gioco d'azzardo.
Il mio interesse é partito da pochi anni, quando ho iniziato a frequentare, per la mia formazione professionale presso la Casa del Giovane di Pavia, un gruppo di giocatori e di familiari che si incontravano una volta a settimana per raccontare e condividere le loro difficoltà, le loro emozioni e i loro fallimenti.
Il mio stupore iniziale é stato legato all'età dei giocatori: dai ragazzini ai pensionati, come se nella mia testa questo fenomeno non potesse colpire le fasce più deboli della popolazione.
Inoltre, ho imparato a comprendere come si cade in questa trappola del gioco.. ho ripensato a quando avevo comprato il mio primo grattavinci con una vincita di 100 euro che per mia fortuna ho preferito spendere la vincita in una cena piuttosto che investire il guadagno per tentare una vincita maggiore; io sono stata fortunata ma purtroppo non é così per tutti.
In questi anni ho conosciuto persone che hanno giocato cifre impensabili, che hanno perso oltre che i soldi la loro dignità e quella é più difficile da recuperare.
L'azzardo imprigiona e rende gli uomini schiavi. Non vi è incontro quando si è imbrigliati nelle pieghe dell'azzardo, nessuna occasione trasformativa si rende possibile per l'individuo che si isola di fronte ad una slot machine, nessuna crescita se si gioca con la fortuna, nessuna vittoria, né in termini monetari, né tanto meno relazionali.
Con l'azzardo si perde tutto, sempre. E soprattutto si perde il contatto con sé, con le proprie emozioni, con l'altro, con il mondo. Ci si gioca la vita insomma, ed è un azzardo davvero troppo rischioso da correre.
Ilaria Bianchi 3 ottobre 2017